Dodicesimo classificato
Ignazio Gadaleta
Considerata la valenza ambientale dell’opera, è importante considerare
la funzione amministrativa, sociale, comunque pubblica del luogo che conterrà
l’opera. Un’opera d’arte che sia possibilmente condivisa dai
cittadini, che sia accettata come pubblica, che dia figurabilità e
identità condivisa al luogo.
L’opera, pur assumendo una contenuta rilevanza plastica sarà
essenzialmente pittorica nello spirito linguistico che la sottende. I
punti-pittura, particelle elementari costituenti il linguaggio cromatico,
come nella logica anticipata dal Divisionismo storico si articoleranno
direttamente sulla parete per strutturare la proposizione pittorica. Una
miriade di punti-pittura che assumendo una dimensione plastica (semisferica),
si dispongono lungo direttrici corrispondenti ad archi di cerchio originati
per ribaltamenti multipli delle misure proprie delle porzioni di parete
interessate. Ognuno potrà collegare visivamente a proprio modo i vari elementi,
anche descrivendo delle traiettorie diverse da quelle che hanno costruito
l’opera.
Una pittura questa che sarà ambientale perché si formerà
nella relazione con l’ambiente architettonico di riferimento e idealmente
con tutto l’ambiente più ampio, inteso come realtà
geografica, storica, culturale, sociale, affettiva del luogo. Un’opera
dal carattere contemporaneo che proietterà l’immagine evoluta
di un territorio che fonda le sue radici nella consapevolezza di storia e
tradizione.
Saranno seguite le indicazioni relative alla collocazione spaziale e alle
dimensioni.
L’opera sarà realizzata con tecniche e materiali aventi
caratteristiche di stabilità e durata nel tempo.
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L’opera, pur costruita secondo dinamiche di sviluppo formale interne
al processo dell’opera, richiama una dimensione di fenomenologia propria
delle dimensioni cromatiche del Grand Combin in chiave simbolica.
I colori, oltre il bianco di fondo, si attiveranno nell’energia trivalente
di blu, verde e rosso.
Il bianco delle pareti evocherà la luminosità delle nevi mentre
si relazionerà al blu che evocherà certamente le nitide purezze
di cieli e di acque che caratterizzano l’esperienza visiva del paesaggio,
pure segnato dalla persistenza del verde di pascoli e boschi. Il rosso ricorderà
le tradizioni, una fra tante quella dei fuochi di S. Giovanni e S. Pietro e Paolo.
L’inevitabile dimensione evocativa dell’opera potrà aprirsi
a molteplici altre letture, compresa quella di campi di neve punteggiati di
dinamiche presenze multicolori di sciatori.
La simbologia dell’opera non sarà solo affidata alla forza
espressiva del colore e delle traiettorie visive, essa si fonderà su
un ordine implicito dato dai numeri degli elementi. Il totale dei punti-pittura
delle due pareti sarà novantanove, multiplo di undici (proprio come
undici sono i Comuni del Grand Combin). Delle due pareti, una (quella che
simboleggia la Valle del Gran S. Bernardo) conterà quarantacinque
elementi, con un numero multiplo di cinque (tanti quanti sono i suoi comuni)
e l’altra (quella che simboleggia la Valpelline) conterà
cinquantaquattro elementi, con un numero multiplo di sei (pure tanti quanti
sono i suoi comuni). I numeri delle due pareti saranno costituiti dalle stesse
cifre che si scambieranno di ordine secondo un processo di specularità.
Il numero totale sarà dato dal prodotto del numero dei Comuni per quello
delle tre diverse dimensioni di elementi per quello dei tre diversi colori
insistenti sul bianco di fondo.
Il cromatismo fondato su contrasti di colori puri esprimerà una sostanziale
felicità dell’azione interpretando proprio lo stato d’animo della
gente di montagna.
L’opera, con dinamismo visivo implicito, attraverso i rapporti dei
valori cromatici e la vibratilità delle traiettorie visive, caratterizzerà,
per sottili riverberi multipli, l’intero ambiente.
Una luminosità, quella di questo dipinto, tutta propria, interiore,
ma proprio per questo emittente. I punti-pittura di forma semisferica,
con il loro lievissimo rilievo rispetto al piano, reagiranno in modo sempre
diverso alle diverse incidenze della luce e alla variabilità delle
qualità e quantità di luci naturali o artificiali interferenti.
Il loro ritmo creerà una percezione dell’opera sempre mutevole,
con il cambiare del punto di vista.
Cenni biografici
Ignazio Gadaleta vive e lavora a Milano e a Roma.
È Docente di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera
in Milano.
Ignazio Gadaleta è stato nominato, dal Ministro per i Beni Culturali
e Ambientali, membro di commissioni giudicatrici di concorsi per opere d’arte
indetti ai sensi della Legge 29 luglio 1949 n. 717 e successive modificazioni
per le sedi: nuova Caserma dei Carabinieri di Udine e nuova Caserma della
Guardia di Finanza di Genova (1996); Ufficio Circondariale Marittimo
di Porto Garibaldi (2002).
Vanta partecipazioni alla Quadriennale di Roma del 1986 e del 2005.
Ha in corso di realizzazione l’opera Anime naviganti (opera
di pittura ambientale che si sviluppa in senso plastico in un’area di
m. 65 di diametro), in esecuzione del contratto con il Comune di Molfetta
(BA).
Per approfondire:
Wikipedia
Museo
Virtuale
(Testo estratto dalla documentazione di progetto).